Oggi è il tempo della sostenibilità, dell’ottimizzazione di cicli produttivi che devono avere l’obiettivo di salvaguardare il territorio e utilizzare risorse energetiche con misura.
Moretto Farm nasce da un’idea di Johnny Moretto, successivamente ampliata dalla volontà condivisa con Andrea Zorzi ed Edoardo Dal Bo’, oggi è una start-up agricola, sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, che scommette sull’acquaponica: un approccio rivoluzionario che unisce l’idroponica e l’acquacoltura per creare una delle tecnologie più promettenti per affrontare le prossime sfide dell’agricoltura futura.
In un sistema acquaponico, in vasche d’acqua sono allevati pesci e i loro rifiuti vengono convertiti in nitrati da batteri nitrificanti. L’acqua nutrita di elementi essenziali viene quindi pompata in letti di coltivazione dove le piante assorbono i nutrienti e contemporaneamente purificano l’acqua che viene nuovamente immessa nellle vasche dei pesci.
Il risultato è un risparmio idrico del 90% rispetto ai metodi tradizionali, un minimo ricorso a sostanze nutritive esterne e la creazione di un metodo di coltivazione che, sfruttando il ciclo naturale dell’acqua, diventa un ecosistema autosufficiente.
Ogni serra riesce ad adattare la produzione alle esigenze stagionali del mercato, garantendo una produzione costante di verdure, erbe aromatiche e frutta di alta qualità.
L’incontro con Nicola Dinato, chef di Feva a Castelfranco Veneto, e titolare di Zanze XVI a Venezia, ha dato nuovi stimoli e prospettive al progetto, aprendo le porte dell’alta ristorazione e trovando un punto d’incontro per unire idee, forze ed esperienze. Lo chef Dinato ha sempre proposto nella sua cucina il frutto del lavoro di piccoli coltivatori d’eccellenza, impegnati nel difendere il patrimonio di biodiversità nazionale e attenti a promuove tecniche agricole innovative e sostenibili senza l’utilizzo di fertilizzanti o fitosanitari.
Mentre ci dirigiamo verso un futuro con risorse sempre più limitate, l’acquaponica offre una speranza concreta per un’agricoltura e una cucina più sostenibile.
Credits: Veneto Magazine n. 05